Gaza sotto assedio, attaccati i pochi ospedali funzionanti. Smotrich choc: «Sarà una miniera d’oro»
L’operazione dell’Idf procede coperta dal segreto militare. La Commissione Ue approva le sanzioni, ma i Paesi membri sono divisi(Ansa)
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Le forze israeliane hanno scatenato una nuova ondata di attacchi su Gaza, colpendo aree vicine ad alcuni dei pochi ospedali ancora funzionanti, mentre prosegue l' attacco via terra su Gaza City. Fonti sanitarie riferiscono ad Al Jazeera di almeno 83 palestinesi uccisi oggi dalle forze israeliane. Missili hanno colpito le aree intorno agli ospedali di al-Shifa e al-Ahli, tra i pochi ancora funzionanti.
Ieri era stato attaccato tre volte anche un ospedale pediatrico, quello di al-Rantisi. L'Onu, nell'inchiesta che ha condotto a dichiarare le azioni di Israele a Gaza un genocidio, ha anche evidenziato la distruzione da parte di Israele del centro di fecondazione in vitro di Al Basma, che ha distrutto 4.000 embrioni e 1.000 campioni di sperma e ovuli, definendola «una misura volta a impedire le nascite tra i palestinesi di Gaza», e uno degli atti definiti di genocidio dalla Convenzione del 1948.
La conquista di Gaza City intanto procede coperta dal segreto militare con una manovra terrestre unica nel suo genere, e attacchi elaborati mai visti prima. Fonti militari, pur senza rivelare dettagli cruciali, fanno intendere che nella città di Gaza i generali dell'Idf stanno mettendo in pratica modalità operative sconosciute ai manuali di strategia: risultati immediati ma un progresso lento.
Internet va e viene ad arte, difficile comunicare per i miliziani, complicato trasmettere all'estero per i videomaker locali. Dal terreno non arrivano praticamente immagini, a parte poche foto diffuse dall'esercito. I carrarmati tra nuvole di polvere gialla non aiutano a focalizzare l'attrito della battaglia. Solo i boati squassano la terra, terrorizzando i residenti rimasti dopo l'esodo di oltre 400mila gazawi.
Fonti mediche locali citate dall'agenzia di stampa palestinese Wafa affermano che è di 99 morti il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani di ieri nella Striscia di Gaza, tra cui 77 nel nord dell'enclave palestinese. Tra di loro anche un operatore di Medici Senza Frontiere, il 13esimo dall'inizio della guerra. Il bilancio complessivo delle vittime palestinesi dal 7 ottobre 2023 nella Striscia è di almeno 65.062 morti e 165.697 feriti, secondo i dati diffusi dal movimento islamista Hamas.
Hamas intanto, per bocca del funzionario Razi Hamed sopravvissuto al raid di Doha, sfida il presidente degli Stati Uniti: «Non abbiamo paura di Trump quando dice che ci aprirà le porte dell'inferno. Non riceviamo istruzioni da lui su come trattare gli ostaggi nemici. Li trattiamo secondo i nostri valori e la nostra religione», ha detto parlando su al Jazeera per la prima volta dall'attacco israeliano in Qatar. «Chiunque voglia liberarli deve ordinare a Netanyahu di concludere un accordo di scambio di prigionieri e fermare la guerra», ha intimato.
Altrettanto eclatanti le parole del ministro nazionalista delle Finanze, colono e messianico, Bezalel Smotrich. Il quale ha confermato pubblicamente per la prima volta che il progetto per la ricostruzione della Striscia è oggetto di discussioni con gli Usa, spiegando: «Ho iniziato una trattativa con gli americani, lo dico senza scherzare, perché abbiamo pagato moltissimo denaro per questa guerra. Dobbiamo dividerci come facciamo le percentuali sulla terra». Intervenendo a un vertice sulla rigenerazione urbana, ha descritto la Gaza del dopoguerra come un Eldorado, una miniera d'oro per gli investimenti.
Questo il piano di battaglia del generale Yaniv Ashur, capo del Comando sud dell'Idf, svelato da Walla. Le fasi sono tre: il “momento del fuoco”, con la distruzione massiccia delle infrastrutture terroristiche, specie di notte. Nella seconda fase, l'operazione di terra in un processo coordinato con l'intelligence, con grande attenzione pianificata nei minimi particolari alla riduzione dei rischi per i soldati e gli ostaggi. I rapiti, secondo le informazioni a disposizione, sono circondati da trappole esplosive e uomini con ordigni. Infine la terza parte: classificata con il livello più alto di segretezza.
Un colonnnello dell'intelligence militare israeliana ha riferito ai membri della Knesset che secondo le stime nell'area della città di Gaza ci sono circa 7.500 combattenti armati, 5.000 di Hamas e 2.500 della Jihad islamica.
Intanto ieri la Commissione Europea, dopo il pubblico impegno della presidente Ursula Von der Leyen, si è mossa e ha presentato un pacchetto di misure per sanzionare il "governo israeliano" alla luce "dell'inaccettabile situazione umanitaria a Gaza". Sul tavolo dei 27 finiscono dunque le misure contro i ministri estremisti di Benyamin Netanyahu, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, e i coloni violenti nonché la sospensione di una parte del trattato sul libero commercio dell'Ue con Israele (nello stesso capitolo anche l'aggiunta alla lista nera di 10 membri del Politburo di Hamas). «L'orrore quotidiano a Gaza deve cessare», ha commentato von der Leyen. Peccato che gli Stati membri sulle misure siano altamente divisi.
E l’Onu denuncia: «A Gaza le donne sono costrette a partorire per strada, senza ospedali, medici o acqua pulita. Circa 15 bambini nascono ogni settimana senza assistenza medica».
(Unioneonline)