Gli Stati Uniti riaprono le porte ai rifugiati dopo quattro mesi di sospensione, ma i criteri di selezione, dice il nuovo ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump, saranno molto più stringenti.

Proprio ieri, il giorno in cui scadeva il "travel ban", sono arrivate le nuove disposizioni, secondo le quali i controlli nei confronti di 11 Paesi, considerati "ad alto rischio", dovranno essere molto severi.

Le richieste di accoglienza, hanno spiegato funzionari governativi, subiranno rinvii per altri tre mesi, al fine di valutarle singolarmente: saranno raccolti più dati personali, anche sulla presenza sui social network, e sotto la lente finiranno i loro rapporti familiari, i luoghi di lavoro, e tutto ciò che l'amministrazione riterrà rilevante.

L'ordine esecutivo è accompagnato anche un taglio del numero di rifugiati ammessi negli Usa.

Mentre l'ex numero uno di Washington, Barack Obama, aveva fissato un tetto a 110mila rifugiati per il 2017 (entro il 30 settembre), Trump ha rimodulato la cifra portandola a 53mila e per il 2018 a 45mila.

L'elenco dei Paesi esclusi non è stato diffuso dai funzionari, ma secondo varie organizzazioni che si occupano di rifugiati si tratterebbe di: Egitto, Iran, Iraq, Libia, Mali, Corea del Nord, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Siria e Yemen.

(Redazione Online/s.s.)
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