Scattano da oggi le sanzioni americane sul settore petrolifero iraniano, e si concretizza così il ritiro dall'accordo sul nucleare - fortemente voluto da Barack Obama - del 2015, come annunciato dal presidente Donald Trump a maggio. Sono "le più dure che abbiamo mai imposto", ha commentato il presidente degli Stati Uniti: e in effetti sono una sorta di ricatto ai Paesi che commerciano con il Paese asiatico.

Otto gli Stati che beneficiano di un'esenzione sul petrolio, tra cui Cina, Turchia, India, Corea del Sud e Giappone.

Per il presidente Hassan Rohani la situazione è sotto controllo: "L'Iran bypasserà con orgoglio le sanzioni - ha annunciato in un discorso alla tv di Stato -. Noi aggireremo le vostre sanzioni illegali e ingiuste, che sono contrarie alle regolamentazioni internazionali".

"L'America ha annullato un trionfo della diplomazia e della politica estera" e "vuole azzerare le vendite del petrolio iraniano, ma continueremo a vendere il nostro petrolio nonostante le sanzioni'', ha detto Rohani.

"Siamo in una situazione di guerra economica, abbiamo a che fare con una potenza prepotente. Dobbiamo resistere per vincere. Non penso che nella storia dell'America prima di ora sia entrato alla Casa Bianca qualcuno che era così contro la legge e le convenzioni internazionali".

(Unioneonline/D)

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