Nel mondo le vittime di tratta e sfruttamento sarebbero (condizionale d'obbligo, visto che il fenomeno è sommerso) oltre 40 milioni, di cui 10 milioni di minorenni.

Sui casi segnalati nel 2019 da 164 Paesi del mondo, più di 108mila (il 5%) riguarda bambini con meno di otto anni.

E con il Covid-19 lo sfruttamento si è spostato dalle strade all'interno delle case e online, con un vero e proprio boom della pedopornografia in Europa, in alcuni Paesi un +30%.

Alla vigilia della Giornata Internazionale contro la tratta di essere umani Save The Children diffonde la decima edizione del rapporto "Piccoli schiavi invisibili".

In Europa i dati della Commissione sono fermi ai circa 20mila casi della rilevazione 2015-16, che conferma la proporzione di un quarto per i minori e segnala una forte prevalenza di vittime di sesso femminile, il 68%.

In Italia tra le 2.033 persone prese in carico dal sistema anti-tratta nel 2019, la forma di sfruttamento più diffusa resta quella sessuale (84,5%) che vede come vittime - l'86% - principalmente donne e ragazze.

Almeno una vittima su 12 ha meno di 18 anni, una su 20 addirittura meno di 14.

La nazionalità delle vittime in Italia vede una netta prevalenza nigeriana, 87%, seguita da Costa d'Avorio (2,5%) e Tunisia (1,9%). La Regione con più casi emersi è la Sicilia (29,8%) seguita da Liguria, 14,3%, Piemonte, 13,7%, e Campania, 9,3%.

Quanto allo sfruttamento lavorativo minorile, sono 243 i casi accertati in Italia, di cui 210 nel terziario. Prevalgono i settori dell'alloggio e della ristorazione (142 casi) davanti a quello del commercio, 36 casi.

(Unioneonline/L)
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