"Nonostante il mio iniziale desiderio di difendermi con forza, ho cambiato idea". Così Robert Gates, l'ex vice manager della campagna di Donald Trump finito sotto inchiesta per il caso Russiagate, ha annunciato, in una lettera inviata ai famigliari, citata da Abcnews, l'intenzione di dichiararsi colpevole.

È accusato di 32 reati, tra cui frode e riciclaggio.

"La realtà - ha spiegato Gates - è che un lungo processo avrebbe un costo ed il circo mediatico sarebbe troppo. Per questo, aiuterò meglio la mia famiglia uscendo da questo processo".

Se Gates è pronto a collaborare con gli inquirenti, guidati dal procuratore Robert Mueller, il suo socio Paul Manafort, ex manager della campagna di Trump, anch'egli indagato, non sembra invece avere intenzione di ammettere la propria responsabilità.

"Io continuo a proclamare la mia innocenza", le sue parole. "Speravo - ha aggiunto - che il mio socio d'affari avesse la forza di continuare a battersi. Invece ha scelto diversamente. Ma questo non altera il mio impegno a difendermi dalla montagna di accuse false contenute nell'incriminazione contro di me".

(Unioneonline/l.f.)

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