Allarme per la “caduta incontrollata” sulla terra del nucleo da 25 tonnellate del razzo cinese Lunga Marcia 5B, che il 24 luglio scorso ha portato in orbita il secondo modulo della stazione spaziale Tiangong, attualmente in costruzione.

Secondo il Centro statunitense per gli studi sul rientro orbitale dei detriti della Corporazione Aerospaziale (Cords), il razzo “fuori controllo” rientrerà nell'atmosfera terrestre intorno alle ore italiane 9.30 del 31 luglio, con un grado di incertezza di 22 ore in più o in meno.

Non è ancora possibile calcolare dove cadrà, ed è questo che desta apprensione. In base alla sua orbita – spiegano gli esperti – il rientro avverrà in un punto della Terra compreso tra 41 gradi Nord di latitudine (all’altezza della Sardegna) e 41 gradi Sud.

Il nucleo del razzo non brucerà completamente nell'atmosfera: "Ci aspettiamo che dalle 5 alle 9 tonnellate raggiungano il suolo", ha dichiarato il Cords.

Gli stadi principali della maggior parte dei razzi di classe orbitale sono progettati per scendere poco dopo il decollo, con una caduta guidata in mare o su sezioni di terraferma scarsamente popolate, oppure per effettuare atterraggi in modo da poter essere riutilizzati, come il Falcon 9 di Space X.

Invece, il nucleo di Lunga Marcia 5B ricadrà sulla Terra in modo incontrollato, come era accaduto anche nelle precedenti missioni: dopo il primo lancio avvenuto il 5 maggio 2020, lo stadio principale è caduto al largo della costa occidentale africana, mentre a maggio 2021 nell'Oceano Indiano (e la Sardegna era tra le località a rischio).

"È chiaro che la Cina non sta rispettando gli standard di responsabilità per quanto riguarda i loro detriti spaziali", commenta Bill Nelson, amministratore della Nasa. "È fondamentale che la Cina e tutte le nazioni che viaggiano nello spazio, come anche le entità commerciali, agiscano in modo responsabile e trasparente - aggiunge Nelson - per garantire la sicurezza, la stabilità e la sostenibilità a lungo termine delle attività nello spazio". 

(Unioneonline/l.f.)

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