Rivendicato dal leader della regione settentrionale etiope del Tigray il lancio di razzi contro l'aeroporto di Asmara.

L'attacco rappresenta un chiaro segnale del conflitto interno in atto in Etiopia tra il governo centrale e le autorità della regione dissidente che potrebbe anche toccare i Paesi vicini.

Dal 4 novembre scorso sono in corso operazioni militari decise dal primo ministro Abiy Ahmed nel Tigray, una drammatica escalation delle tensioni che da anni vedono sui due fronti opposti le autorità di Addis Abeba e i dirigenti del partito che governa la provincia settentrionale, il Fronte per la liberazione del popolo Tigray (Tplf).

Sarebbero centinaia le persone morte negli scontri, migliaia i civili costretti a fuggire dalle loro case per raggiungere il Sudan.

Il Tplf ha dominato per 30 anni la scena politica etiope, e durante quel periodo l'Etiopia ha combattuto una sanguinosa guerra contro l'Eritrea. Abiy, invece, ha avviato una politica di riavvicinamento che gli ha fruttato nel 2019 il Premio Nobel per la pace.

IL MASSACRO - In tarda mattinata è stata diffusa la notizia di un assalto a un pullman da parte di persone armate. Almeno 34 le vittime. Il mezzo viaggiava su una strada nell'ovest dell'Etiopia. Abiy ha accusato il Sudan di "addestrare e proteggere i terroristi", escludendo comunque che ci sia un legame tra il massacro e il conflitto nella regione del Tigray.

(Unioneonline/s.s.)
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