È giallo sul sanguinoso raid avvenuto ieri sera contro l'Accademia militare di Tripoli.

"Ventotto martiri e 18 feriti tra gli studenti dell'Accademia militare in seguito a un raid dell'aviazione straniera che sostiene il criminale di guerra ribelle Haftar", riferiscono le forze filogovernative che difendono la capitale dove è insediato il premier Fayez al Sarraj.

Secondo la propaganda del generale Haftar invece, i morti sarebbero almeno il doppio: "L'aviazione ha preso di mira un raggruppamento di cento miliziani presso l'Accademia militare che si preparavano a partecipare ai combattimenti in corso e almeno 70 fra loro sono stati uccisi", si legge in un comunicato della "Divisione informazione di guerra" delle forze di Haftar, che presenta l'incursione come una "rappresaglia dopo un bombardamento turco compiuto all'alba contro la 'brigata salafita 210'".

Attacco dunque prima rivendicato dal generale di Bengasi salvo poi negare in un secondo momento un coinvolgimento nel raid, sostenendo che si sia trattato invece di opera dei terroristi di Isis o di Al Qaeda. Dai quali tuttavia non è arrivata alcuna forma di rivendicazione.

Il governo di Sarraj, che ha ricevuto anche una telefonata di condoglianze dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, continua invece a ritenere che l'autore dell'attacco sia l'aviazione del generale Haftar sostenuta dagli Emirati Arabi, tanto che Tripoli ha chiesto una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per discutere delle "atrocità e dei crimini di guerra di Haftar".

Immagini diffuse dalle forze governative mostrano un piazzale con una decina di corpi a terra, pozze di sangue e quattro automezzi bianchi, oltre a diversi feriti che vengono curati in una struttura sanitaria.

Il raid è arrivato proprio mentre l'Italia e le altre potenze europee lavorano ad una missione diplomatica che eviti un'escalation militare del Paese, e a poche ore dalla chiamata alle armi di Haftar contro l'invasore turco.

Il Parlamento di Ankara ha infatti autorizzato il presidente Erdogan ad inviare soldati per rafforzare il governo Sarraj sostenuto dall'Onu.

"Accettiamo la sfida e dichiaramo il jihad e una chiamata alle armi", ha detto Haftar in un discorso in tv, invitando "uomini e donne, soldati e civili, a difendere la nostra terra e il nostro onore". Il generale ha accusato la Turchia di voler "riprendere il controllo della Libia", che fu colonia dell'Impero Ottomano fino alla conquista italiana del 1911. E ha insultato Erdogan dandogli dello "stupido sultano".

(Unioneonline/L-D)
© Riproduzione riservata