Continua a salire la tensione in Medioriente, dopo gli ultimi raid delle forze armate israeliane in Libano.

Il portavoce dell'Idf di Tel Aviv ha riferito che, fino ad ora, sono stati attaccati oltre 800 obiettivi di Hezbollah in territorio libanese, con i raid che hanno colpito anche la capitale Beirut. 

In seguito all’offensiva dello Stato Ebraico le autorità libanesi hanno dichiara che le vittime sono state almeno 180 e fra esse anche civili tra cui bambini.

Sempre le autorità di Beirut hanno disposto la chiusura delle scuole, lanciando strali contro Israele. «Si tratta di una guerra di sterminio e di un piano volto a distruggere i villaggi e le città libanesi», ha detto il premier Najib Mikati, esortando anche le Nazioni Unite, l'Assemblea Generale e i Paesi influenti a «scoraggiare l'aggressione».

Dal canto proprio, il leader israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato: «Non aspettiamo la minaccia, la preveniamo, e continueremo a farlo. Ho promesso che avremmo cambiato l'equilibrio della sicurezza nel nord, ed è esattamente ciò che stiamo facendo». «Non toglieremo il piede dall'acceleratore», ha aggiunto il premier dello Stato ebraico, affermando che Israele sta eliminando alti esponenti di Hezbollah e distruggendo i loro depositi di missili.

(Unioneonline)

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