Ennesima provocazione della Corea del Nord, che questa mattina ha lanciato un missile balistico intercontinentale (Ibcm) verso il mar del Giappone, caduto al largo dell’isola di Hokkaido.

Il lancio è avvenuto alle 10.15 ora locale, la mossa di Pyongyang è maturata all'indomani del lancio di missile balistico a corto raggio, preceduto di poche ore dall'avvertimento della ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son-hui secondo cui lo Stato eremita intraprenderà azioni militari «più feroci» se gli Stati Uniti rafforzeranno il loro impegno di «deterrenza estesa» nei confronti degli alleati regionali, tra Corea del Sud e Giappone.

La ministra si riferiva al vertice trilaterale di domenica tra i presidenti americano, sudcoreano e giapponese, in cui i tre leader avevano accettato di rafforzare le attività di coordinamento e Washington aveva promesso di usare una gamma completa delle sue capacità militari, sia nucleari che convenzionali, per difendere gli alleati.

Parla di provocazione «inaccettabile» il premier nipponico Fumio Kishida. Anche gli Usa condannano «con fermezza» il lancio, una «sfacciata violazione delle numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu».

Secondo quanto riferito dal ministro della Difesa giapponese Yasukazu Hamada il missile aveva un potenziale per coprire più di 15mila chilometri e poteva dunque raggiungere il territorio statunitense: «Ha viaggiato per circa 69 minuti e se avesse seguito una traiettoria normale invece di una molto arcuata avrebbe raggiunto gli Usa», ha riferito il ministro.

Il timore di Seul, Tokyo e Washington è che sia imminente il settimo test nucleare dopo i sei condotti dal regime di Pyongyang tra il 2006 e il 2017. Secondo le intelligence tutti i preparativi sono stati ultimati e Kim Jong-un potrebbe dare l’ordine in qualsiasi momento.

(Unioneonline/L)

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