«Siamo pronti per il dialogo con l'ucraina. Se non fosse stato per la posizione dell'Occidente, i combattimenti in Ucraina sarebbero cessati un anno e mezzo fa». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un'intervista, citato da Interfax.

«La Federazione russa anche dopo l'inizio dell'operazione speciale ha cercato di porre fine al conflitto, ma l'Ucraina non lo voleva», ha aggiunto il leader del Cremlino.

Alla domanda “perché la Russia non ha avviato prima l'operazione militare speciale in Ucraina?”, Putin ha risposto: «Speravamo nella decenza dei nostri partner», facendo riferimento all'attuazione degli accordi di Minsk. «Mosca – ha proseguito – non sapeva che gli europei non li avrebbero attuati».

Parole, quelle del presidente russo, che farebbero intendere possibili spiragli per la ripresa dei negoziati? Forse. Di certo, di tutt’altro tenore, sono state le ultime dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che ha scritto su Telegram: «I tentativi di riportare la Russia entro i confini del 1991 porteranno solo a una cosa: verso una guerra globale con i Paesi occidentali utilizzando l'intero arsenale strategico del nostro Stato contro Kiev, Berlino, Londra, Washington e contro tutti gli altri bellissimi luoghi storici che sono stati a lungo inclusi negli obiettivi della nostra triade nucleare».

(Unioneonline/l.f.)

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