"Facebook? È un social sessualmente repressivo". Questo è l’affondo con cui il capo creativo e figlio del fondatore di Playboy, Cooper Hefner, ha deciso di rimuovere l’account della famosa rivista dal social in blu.

Le parole rivolte da Hefner jr. alle censure sistematiche che la piattaforma opera su immagini di nudo o contenuti sessualmente espliciti, arrivano dopo il polverone causato dall'ultimo datagate: il principale motivo per cui Playboy ha deciso di cancellarsi.

Sull'uso illegale dei dati rubati dalla società Cambridge Analytica, infatti, il capo creativo del patinato, spiega su Twitter (ironia del caso) di "aver appreso della recente ingerenza in un'elezione libera degli Stati Uniti", caso che "dimostra ulteriormente la preoccupazione su come gestiscono i dati degli utenti, 25 milioni dei quali sono fan di Playboy, facendoci di conseguenza capire che dobbiamo lasciare a piattaforma".

(Unioneonline/DC)

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