Il papa ritorna a chiedere scusa per gli abusi commessi ai danni di minori da molti religiosi cattolici e spesso nascosti dalla stessa Chiesa.

"Con vergogna e pentimento, come comunità ecclesiale, ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite - ha scritto il pontefice in una lettera indirizzata "al popolo di Dio" sugli abusi sessuali sui minori nella chiesa -. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli".

Le ferite, scrive Bergoglio, "non vanno mai prescritte. Il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l'anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere".

"È imprescindibile che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili".

Il papa chiede poi perdono per i peccati propri e altrui: "La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i delitti e le ferite procurate nel passato e ci permette di aprirci e impegnarci maggiormente nel presente in un cammino di rinnovata conversione", scrive il papa. "Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità".

"Se in passato l'omissione ha potuto diventare una forma di risposta - sottolinea il pontefice - oggi vogliamo che la solidarietà intesa nel suo significato più profondo ed esigente, diventi il nostro modo di fare la storia presente e futura, in un ambito dove i conflitti, le tensioni e specialmente le vittime di ogni tipo di abuso possano trovare una mano tesa che le protegga e le riscatti dal loro dolore".

Una solidarietà, afferma Francesco, che "ci chiede, a sua volta, di denunciare tutto ciò che possa mettere in pericolo l'integrità di qualsiasi persona".

(Unioneonline/s.a.)

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