La Cina si appresta ad esaminare 200mila campioni di sangue prelevati nella città di Wuhan fino agli ultimi mesi del 2019, prima che esplodesse l’epidemia di Covid, per provare a far luce su come e quando SarsCov2 abbia fatto lo spillover passando dall’animale all’uomo.

A dare la notizia in esclusiva, citando un funzionario cinese, è la Cnn. Le analisi erano state sollecitate sin dallo scorso febbraio dall’Oms.

I campioni in questione sono stati conservati per due anni nel centro ematologico di Wuham, nel caso in cui fossero necessari come prova in eventuali azioni legali relative alla loro donazione. 

Quel periodo scadrà presto, di qui la necessità di dare il via ai test, la cui preparazione è attualmente in corso, ha riferito il funzionario cinese alla Cnn.

I campioni contengono “indizi assolutamente vitali”, commenta Maureen Miller, professore associato di epidemiologia alla Columbia University, sollecitando Pechino a consentire ad esperti stranieri di assistere al processo.

"Nessuno crederà ai risultati che la Cina riporta a meno che non ci siano osservatori qualificati", ha affermato.

Il capo del team cinese che lavora all'indagine dell'Oms, Liang Wannian, già a luglio spiegò in una conferenza stampa che Pechino avrebbe testato i campioni, aggiungendo che una volta ottenuti, "i risultati sarebbero stati consegnati agli esperti cinesi e stranieri", mentre il pool di esperti aveva in corso valutazioni "sui metodi dei test e sul piano d'azione da attuare dopo" i due anni.

Se conservati in maniera corretta, i campioni potrebbero contenere elementi cruciali dei primi anticorpi prodotti dall’uomo contro la malattia.

Liang precisò che mentre il primo caso segnalato a Wuhan era dell'8 dicembre 2019, "la nostra ricerca e i precedenti documenti correlati di scienziati cinesi suggeriscono pienamente che l'8 dicembre non è probabile che sia stato il caso principale. Potrebbero essercene altri che si sono verificati prima".

L’amministrazione di Joe Biden ha attaccato Pechino, sottolineando che “i funzionari cinesi hanno lavorato per impedire a investigatori internazionali l’accesso a informazioni cruciali sulle origini della pandemia”. L’inchiesta dell’intelligence Usa è giunta alla conclusione che sia la trasmissione naturale da animale a uomo che la fuga da laboratorio sono due teorie plausibili.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata