Aveva accettato le sanzioni e il fatto di essere stato inserito nella lista nera dell'amministrazione americana: "Non voglio un visto per andare negli Usa e non ho contri in banche americane", aveva detto.

Ma l'oscuramento da Facebook, dove contava 750mila fan, e da Instagram, dove più di tre milioni di persone seguivano le sue "stories", quello proprio non lo accetta.

Ramzan Kadyrov, presidente ceceno, è letteralmente furioso. I social gli servivano per costruire la sua immagine, aveva persino un team di fotografi e giornalisti che lo aiutavano a postare le sue eroiche gesta.

Un po' alla Putin, postava video mentre si allenava in palestra, foto mentre lottava con un coccodrillo, gli abbracci con il leader di Mosca, suo amico e uomo per conto del quale ha pacificato - con il pugno di ferro - la Cecenia, nazione che prima del suo arrivo aveva un forte movimento indipendentista.

A pesare su di lui le varie indiscrezioni uscite dalla Cecenia: dalla legislazione contro gli omosessuali ("I gay sono non persone", ebbe modo di dire), alle torture nei confornti degli oppositori, molti dei quali sono letteralmente svaniti nel nulla.

E mentre i suoi sostenitori hanno scatenato una campagna contro la multinazionale di Zuckerberg, Kadyrov resta su Twitter e sui social russi, che non lo hanno oscurato. Ma non è la stessa cosa, il suo social preferito - dove condivideva tutte le sue gesta - era Instagram.

Le autorità di Mosca hanno aperto un'inchiesta sulla vicenda. Perché altri leader - vedi il venezuelano Maduro - sanzionati dagli Usa non sono stati oscurati dai social e Kadyrov sì?

(Unioneonline/L)
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