«Il gasdotto Nord Stream è stato colpito da un grave sabotaggio, sono state trovate tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei rinvenuti». così il procuratore svedese Mats Ljungqvist, titolare dell'indagine sulle esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 del 26 settembre scorso. Lo riportano i media svedesi.

I due gasdotti, che dal territorio russo si estendono per centinaia di chilometri sul fondo del Mar Baltico e che fino a pochi mesi fa avrebbero dovuto trasportare il gas russo verso il territorio della Germania, erano stati bersaglio di alcune esplosioni sospette, che avevano provocato quattro falle, in acque internazionali, due vicino alla Svezia e due vicino alla Danimarca.

Sui danneggiamenti era intervenuto il Consiglio Atlantico della Nato parlando di “atti di sabotaggio deliberati, sconsiderati e irresponsabili. La Russia, da parte sua, riferiva di “atti terroristici, probabilmente di un paese straniero”.

Come ha dichiarato Ljungqvist: «Durante le indagini sulla scena del crimine condotte nel Mar Baltico sono stati raccolti molti reperti e l'area è stata accuratamente analizzata. Le analisi effettuate mostrano residui di esplosivo su diversi oggetti estranei rinvenuti. Il lavoro di analisi avanzata continua per trarre conclusioni più affidabili sull'incidente».

E aggiunge: «La collaborazione tra le autorità svedesi e quelle di altri Paesi è eccellente. Per il proseguimento delle indagini preliminari e delle varie collaborazioni in corso è importante poter lavorare in tranquillità».

Immediata la reazione del Cremlino: «È molto importante stabilire chi vi sia dietro alle esplosioni», le parole del portavoce Dmitry Peskov.

(Unioneonline/v.f.)

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