Dopo il caso francese della piccola Marwa, i cui genitori hanno vinto il ricorso al Consiglio di Stato contro i medici che volevano staccare la spina, un'altra storia sta dividendo l'opinione pubblica sul tema del fine vita, questa volta in Inghilterra.

Al centro c'è Charlie, un bimbo di sette mesi affetto da sindrome di deperimento mitocondriale, una malattia genetica rara che - solo due mesi dopo la nascita - ha cominciato a indebolire i suoi muscoli e che, secondo i medici, non può essere curata.

Il piccolo, ricoverato in terapia intensiva, non avrebbe dunque nessuna speranza.

Da qui la proposta, per evitare ulteriori sofferenze a lui e alla sua famiglia, di non procedere oltre con i trattamenti. Una possibilità che i genitori non vogliono minimamente prendere in considerazione: "Siamo rimasti scioccati e orripilati nell'apprendere che l'ospedale ha chiesto di spegnere il supporto vitale per Charlie", ha dichiarato la madre, C.Y., che vorrebbe portare il figlio negli Stati Uniti affinché possa sottoporsi a una terapia sperimentale.

Da qui è iniziata la battaglia legale, che terminerà davanti al tribunale di Londra. "È uno dei casi più tristi che siano arrivati di fronte a questa corte", ha commentato il giudice chiamato a decidere sul destino di Charlie .
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