"Per tremila anni Gerusalemme è stata la capitale del popolo ebraico, dai tempi di re Davide, fatti ben documentati dalla Bibbia".

E anche durante i lunghi secoli della diaspora, gli ebrei hanno sempre sentito "un forte legame" con la Città santa, legame che con hanno "mai perso", ma "che è stato negato in decisioni risibili delle Nazioni Unite e dell'Unesco, che cercano di negare la storia e la verità storica".

Sono parole, queste, pronunciate dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al suo arrivo a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri, che riprendono la questione sollevata in questi giorni dal presidente americano Donald Trump che ha proposto lo spostamento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv e il conseguente riconoscimento della città come capitale dello Stato ebraico.

Tema che ha causato rivolte e scontri in più parti del Medio Oriente.

Netanyahu, che ieri ha incontrato Emmanuel Macron, ha poi aggiunto che Gerusalemme "è stata la capitale di Israele negli ultimi settant'anni: il presidente Usa Donald Trump ha semplicemente messo i fatti sul tavolo. La pace è basata sulla realtà e sul riconoscimento della stessa. La Knesset, il governo, il mio ufficio, stanno tutti a Gerusalemme, la capitale di Israele.

ATTACCHI SVENTATI - Il primo ministro israeliano ha poi voluto sottolineare come l'intelligence israeliana "ha prevenuto decine di attacchi terroristici, molti dei quali sul suolo europeo. Innumerevoli vite sono state salvate grazie a questa cooperazione, che è ben conosciuta dai servizi di sicurezza europei. Il problema più grande dell'Europa - ha continuato Netanyahu - è il flusso di persone che scappano dalle zone di guerra del Medio Oriente, che è minacciato sia dall'islamismo militante sunnita, sia da quello sciita, guidato dall'Iran. Israele è la più forte potenza nel Medio Oriente che ostacola la diffusione dell'islamismo militante, che previene gli attacchi dell'Isis e anche il collasso di molte parti del Medio Oriente vicine a Israele, che altrimenti verrebbero conquistate dall'islamismo militante, che sta spingendo milioni di persone verso l'Europa".

"DUE STATI, UNICA SOLUZIONE" - "Crediamo che sia nell'interesse di Israele trovare una soluzione sostenibile e complessiva per il conflitto israelo palestinese", ha detto l'Alto rappresentante della Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini, accogliendo a Bruxelles il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "Crediamo che l'unica soluzione sostenibile siano due Stati, con Gerusalemme capitale sia dello Stato israeliano sia di quello palestinese, lungo i confini del 1967".

Mogherini si è detta "molto lieta" dell'arrivo di Netanyahu: "La visita arriva in un momento particolare: l'Ue aumenterà il suo lavoro nella regione per iniziare a rilanciare il processo di pace, anche se sembra un periodo difficile", ha concluso sottolineando che "la cosa peggiore che può succedere ora è un'escalation di tensioni e di violenza" e condannando "nel modo più forte possibile gli attacchi contro gli ebrei in tutto il mondo, Europa inclusa, e in Israele".

Intanto, in Cisgiordania continuano gli sconti: sono 29 i feriti - tutti palestinesi - registrati quest'oggi.

(Redazione Online/m.c.)

© Riproduzione riservata