Vertice a Parigi tra i ministri degli Interni di Italia, Germania e Francia, alla presenza del commissario per gli Affari Interni Ue Avramopoulos; mercoledì un dibattito del Parlamento europeo a Strasburgo con il presidente della Commissione Juncker e quello del Consiglio Donald Tusk; e per chiudere, giovedì e venerdì il consiglio Affari Interni a Tallin, in Estonia.

Un'agenda fitta quella sull'emergenza migranti, con Marco Minniti che cerca di sbrogliare un'intricata matassa e di ottenere così aiuto nell'accoglienza dagli altri Paesi europei.

Intanto, il Viminale, che ha minacciato il blocco dei porti italiani alle navi battenti bandiera straniera, snocciola un po' di numeri: in sei mesi sono sbarcati nella Penisola 83.360 migranti, il 18,7% in più di quelli sbarcati nello stesso periodo nel 2016.

Il ministero dell'Interno punta a un'intesa con l'asse franco-tedesco, con l'obiettivo di arrivare a un protocollo d'azione per la navi delle Ong straniere e a una più equa distribuzione degli sbarchi, in modo da presentarsi al vertice di Tallin con delle carte importanti da giocare.

"Sono europeista - ha dichiarato Minniti alla stampa - e sarei orgoglioso se una nave soltanto, anziché arrivare in Italia, andasse in un altro porto europeo, sarebbe un segnale straordinario".

"La pressione - ha continuato il ministro - è fortissima e se gli unici porti dove vengono condotti i profughi sono quelli italiani allora c'è qualcosa che non funziona".

Per quanto riguarda le partenze, Minniti ha ricordato che la partita fondamentale si gioca in Libia: "Il confine meridionale della Libia è il vero confine dell'Europa", ha detto. "Nei primi 5 mesi di quest'anno il 97% dei migranti è arrivato dalla Libia, ma la cosa più incredibile è che fra loro non c'è nemmeno un libico", ha spiegato.

(Redazione Online/L)
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