Brasilia come Washington, i sostenitori di Jair Bolsonaro come quelli di Donald Trump.

Assalto alle sedi istituzionali brasiliane, come successo due anni fa a Capitol Hill. I sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro che non accettano la vittoria di Lula nelle ultime elezioni hanno fatto irruzione nella sede del Parlamento, nell’edificio del Planalto, sede del governo, e nell’edificio del Tribunale supremo elettorale.

Sono migliaia (10-15mila secondo alcuni testimoni) i sostenitori dell’ex presidente ultraconservatore che hanno occupato gli edifici: i manifestanti hanno forzato le difese delle forze di Polizia a termine di una manifestazione a sostegno di Bolsonaro e dopo essere saliti sul tetto del Parlamento hanno fatto irruzione occupando uffici e sale. Hanno tentato di assaltare anche la Corte Suprema, di cui però la Polizia ha subito ripreso il controllo.

Il presidente Lula in questo momento non si trova a Brasilia ma nello stato di San Paolo, in visita ad alcune aree alluvionate. Da lì, precisamente dalla città di Araquara, ha presieduto una riunione d’emergenza con i ministri della Difesa, della Giustizia e dei Rapporti istituzionali. Il presidente ha condannato l'attacco «vandalo e fascista» e assicurato che «tutti i responsabili saranno individuati e giudicati». «Questi terroristi – ha aggiunto Lula, che ha ordinato la chiusura del centro della capitale e sta anche valutando la possibilità di far intervenire l’esercito per sgomberare – pagheranno con tutta la forza della legge, devono essere puniti in modo esemplare».

Sostenitori di Bolsonaro in marcia verso il Parlamento (Ansa)
Sostenitori di Bolsonaro in marcia verso il Parlamento (Ansa)
Sostenitori di Bolsonaro in marcia verso il Parlamento (Ansa)

Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell'aereo presidenziale dell'Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti.

Vestiti di giallo e verde, i manifestanti hanno compiuto diversi atti di vandalismo, secondo quanto scrivono i media brasiliani: rotti vetri delle finestre (nel Senato sono stati tutti distrutti), i seggi del Parlamento. Le forze di polizia, in assetto antisommossa, si stanno preparando per fare irruzione mentre la polizia militare sta sparando proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri per disperdere i rivoltosi che si trovano sulla piazza dei Tre Poteri. I funzionari del governo invece attendono gli aerei che li aiutino ad evacuare la zona e a mettersi fuori pericolo.

L'assalto al Congresso dei sostenitori di Bolsonaro (Ansa)
L'assalto al Congresso dei sostenitori di Bolsonaro (Ansa)
L'assalto al Congresso dei sostenitori di Bolsonaro (Ansa)

«Questo assurdo tentativo di imporre la propria volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia», ha fatto sapere il ministro della giustizia brasiliana Flavio Dino. Il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, ha ripudiato gli «atti di terrorismo» visti a Brasilia e ha affermato che «i golpisti devono subire immediatamente tutto il rigore della legge».

A due anni esatti l'assalto a Capitol Hill si replica dunque, con modalità e schieramenti praticamente identici: i militanti della destra di Bolsonaro come i filo trumpiani hanno deciso di non rispettare il responso delle urne che ha dato la vittoria alla sinistra e sono passati all'assalto armato.

(Unioneonline/L)

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