"Khalifa Haftar è pronto a far bombardare dalle sue forze aeree le navi italiane che sconfineranno nelle acque libiche".

È la minaccia, riportata dalla tv Al Arabiya, del generale che detiene l'imperio sulla parte orientale del Paese nordafricano, in contrapposizione con il governo Al Serraj internazionalmente riconosciuto, cui Roma ha deciso di mettere a disposizione alcune unità, tra cui la nave Comandante Borsini, nell'ambito dell'operazione "Mare Sicuro" finalizzata al contrasto degli scafisti e dei trafficanti di uomini.

Una notizia arrivata pochi giorni dopo l'intesa per il cessate il fuoco firmato tra lo stesso Haftar e Serraj a Parigi, con mediatore il presidente francese Emmanuel Macron.

E mentre la stessa Borsini ha fatto rotta verso Tripoli, con il compito di condurre, congiuntamente con i rappresentanti della Marina e della Guardia Costiera libiche, "le necessarie attività di ricognizione e di definire le ultime modalità di dettaglio per quanto attiene alle misure di coordinamento delle successive attività di supporto e di sostegno, che avverranno su richiesta della controparte".

Dal canto proprio, il governo italiano getta acqua sul fuoco, definendo l'intimidazione riferita dall'emittente araba "non concreta" e, anzi, "priva di fondamento".

A gettare benzina sul fuoco sono arrivate le dichiarazioni, diffuse da un'emittente locale, di Sayf al-Islam Gheddafi, erede del rais Muammar abbattuto e ucciso nel 2011. Secondo cui la "politica che sta mettendo in atto l'Italia è nostalgica della visione coloniale e fascista, che considerava le coste di Tripoli come una colonia di Roma".

(Redazione Online/l.f.)

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