Sono oltre 140 le persone uccise in un assalto effettuato da parte delle forze alleate del governo di unità libica di Fayez al-Serraj (sostenuto dalle Nazioni Unite) contro la base militare Brak al-Shati, nel sud del Paese, controllata dai soldati fedeli al maresciallo Khalifa Haftar.

Per il colonnello Ahmad al Masmari, portavoce delle forze armate libiche, ci sono vittime tra i civili che lavorano anche sulla base in questione, che si trova nel deserto libico.

Il governo di concordia nazionale ha però negato ogni coinvolgimento, ma ha sospeso il ministro della Difesa, Ibrahim Al-Burghuthi, che è finito sotto inchiesta per verificare sue possibili implicazioni nella strage.

Secondo il portavoce dell'esercito nazionale libico, Ahmed al-Mesmari, a compiere il raid contro la base, avvenuto giovedì, sono state le milizie della "Benghazi Defence Force" di Bengasi e quella della "Terza Forza" di Misurata, entrambe ostili al generale Haftar e fedeli a Tripoli.

Tra le vittime, ha precisato al-Mesmari in un post su Facebook, si contano anche numerosi civili, alcuni uccisi con esecuzioni.
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