Anche se per molti risulta difficile da accettare, le piscine che frequentiamo, in cui ci tuffiamo in cerca di relax o di un buon allenamento a pelo d'acqua, sono piene di pipì. Sì, nelle vasche delle strutture pubbliche frequentate da molte persone, è presente - sempre - un certo quantitativo di urina. È ciò che afferma uno studio della University of Alberta, in Canada, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology Letters.

I risultati in mano agli studiosi canadesi, guidati da Lindsay Blackstock, sono stati raggiunti analizzando una piscina contenente 830mila litri d’acqua (e, tra questi, 75 erano di urina), mentre in una seconda analisi è stata presa in considerazione una struttura grande circa la metà, in cui i litri di pipì sono risultati una trentina.

Dati ottenuti valutando la concentrazione di un edulcorante artificiale, l’acesulfame potassico (o acesulfame K), presente in moltissimi prodotti alimentari industriali e in grado di rimanere inalterato nell'organismo fino allo smaltimento attraverso l'urina.

In totale, la squadra dell'università di Alberta ha monitorato 31 piscine in due città del Canada e ha trovato acesulfame K nel 100 per cento dei campioni, con concentrazioni spesso altissime.

Insomma - ha dichiarato Lindsay Blackstock - "il nostro studio dimostra che l'abitudine di far pipì nelle piscine è più che diffusa, ma vorremmo che servisse anche a promuovere una maggiore educazione verso gli altri".

Anche perché la pipì in piscina può rappresentare un problema per la salute; i composti azotati presenti nell'urina possono reagire con il cloro dell'acqua delle piscina e formando sostanze che possono irritare gli occhi e causare problemi respiratori.
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