È tornata in carcere Chelsea Manning, e questa volta per non aver risposto alle domande del giudice di Alexandria, in Virginia (Usa). Al centro dell'interrogatorio c'erano i file che l'ex analista dell'intelligence americana ha dato a Wikileaks.

Manning, ha detto il giudice, offende la corte e va quindi punita. Il termine di carcerazione non è però stato fissato in via definitiva. "Fino a quando non deciderà di collaborare o fino a quando non si chiuderà l'inchiesta del Gran giurì" è stato spiegato.

Manning quando era in prigione ha già tentato di uccidersi due volte. Ha infatti subito un lungo processo alla Corte marziale, che l'ha condannata a 35 anni di cui sette scontati in condizioni difficili all'interno di un carcere militare.

Il presidente Usa Barack Obama aveva poi concesso la trasformazione della pena, determinandone la liberazione.

L'inchiesta attuale dura da nove anni ed è incentrata su Julian Assange e la sua organizzazione. Tra i file che Manning avrebbe passato a Wikileaks ci sono il video in cui compare un elicottero americano mentre spara sui civili a Baghdad con l'equipaggio che ride, i documenti segreti sulle guerre in Afghanistan e Iraq e le schede su oltre 700 detenuti di Guantanamo.

(Unioneonline/s.s.)
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