I nuovi, violenti scontri nella Striscia di Gaza, avvengono nel 15esimo anniversario della morte di Rachel Corrie, attivista Usa morta schiacciata da un bulldozer dell'esercito israeliano a Rafah.

La pacifista statunitense di Olimpia di 23 anni, appartenente al Silidarity Movement, perse la vita il 16 marzo 2003, mentre stava manifestando per la causa palestinese.

"Era seduta sulla traiettoria del mezzo", hanno raccontato i testimoni. "Il conducente l'ha vista, ma è andato dritto passandole sopra. La ruspa le ha versato sopra la sabbia e poi si è messa a schiacciarla".

"Un comportamento non responsabile che mette in pericolo la popolazione e i soldati israeliani", la versione dei militari di Tel Aviv. "Si è trattato di un deprecabile incidente, la cui precisa dinamica deve essere ancora vagliata".

Ed è proprio sull'esatta dinamica che le fonti riportano differenti e discordanti versioni.

Alcuni testimoni ricordano come i militari, impegnati a demolire una casa, abbiano fatto uso di gas lacrimogeni per disperdere i dimostranti. La ruspa avrebbe poi tirato giù l'edificio e tra le macerie sarebbe stata ritrovata la statunitense, poi morta in ospedale a causa delle gravi lesioni riportate a corpo e testa.

Altri testimoni, vicini o interni ai militari, ricostruiscono l'accaduto fornendo una versione completamente diversa: dove la ruspa, intenta a rimuovere la vegetazione che nascondeva alcuni ordigni, avrebbe accidentalmente colpito una casa facendola crollare incolpevolmente sulla manifestante che, come altri, correva tra i mezzi per infastidire i soldati intenti nelle operazioni di bonifica.

Un'altra versione dell'accaduto la fornisce un 28enne di Chicago, Greg Schnabel: "Rachel si trovava da sola di fronte alla casa. Ha intimato al bulldozer di fermarsi, poi è caduta mentre il mezzo le è passato sopra. E solo dopo ha fatto marcia indietro".

Intanto, però, sale a 3 il conto dei morti nella giornata di oggi lungo la Striscia di Gaza. Oltre alla volontaria degli States, sono stati uccisi dai proiettili israeliani anche Ahmed Najar di 43 anni e il diciottenne Mohammed Abdel Hadi.

Che la situazione in quelle zone sia incandescente lo aveva descritto la stessa Rachel Corrie un paio di giorni fa ai militari dell’Ism, parlando di "fuoco indiretto di artiglieria" usato contro i manifestanti. Il racconto della ragazza era stato fatto per descrivere la lotta in difesa dei pozzi di acqua dolce nel campo profughi di Rafah.

(Unioneonline/DC)
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