La decisione tanto temuta e tanto attesa è arrivata. La Corte Suprema americana, ridisegnata da Donald Trump con la nomina di diversi esponenti ultra-conservatori, ha sostanzialmente abolito il diritto all’aborto negli Stati Uniti.

La Corte ha abolito la storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 gli stessi giudici supremi avevano legalizzato l’aborto.

La Corte si è divisa, 6 giudici hanno votato a favore della sentenza, 3 i contrari: “La Costituzione americana non conferisce il diritto all’aborto”, si legge nel pronunciamento.

La decisione è stata presa nel caso "Dobbs v. Jackson Women's Health Organization", in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l'interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata l'unica clinica rimasta nello Stato ad offrire l'aborto.

"L'aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l'aborto", scrivono i giudici.

“Tristremente” molte donne “hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale, noi dissentiamo”, affermano i tre giudici liberal che hanno votato contro la decisione della maggioranza. Sono Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer.

LE CONSEGUENZE

Ciò non vuol dire che da oggi negli Usa l’aborto è illegale, ma che i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia, anche di vietare tout court l’interruzione di gravidanza.

Su 50 Stati, 26 (tra cui Texas e Oklahoma) hanno leggi più restrittive in materia. Nove hanno dei limiti sull'aborto che precedono la sentenza 'Roe v. Wade', e che non sono ancora stati applicati ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti divieti dormienti che dovrebbero entrare immediatamente in vigore

D’altronde già il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha detto senza mezzi termini: “L'aborto è illegale con effetto immediato, le strutture che offrono le interruzioni di gravidanza possono essere considerate da responsabili penalmente a partire da oggi”. E anche il Missouri fa sapere che “l’aborto è vietato”.

In 13 Stati a guida repubblicana nei prossimi 30 giorni dovrebbe dunque entrare in vigore il divieto di aborto, tutti Stati che hanno approvato leggi molto stringenti legandole all’attesa decisione della Corte Suprema. Unica eccezione al divieto di aborto è il caso in cui la vita della madre sia in pericolo.

LA PROTESTA

Subito dopo la sentenza fuori dalla Corte Suprema è scoppiata la protesta, i manifestanti aumentano con il passare dei minuti e c’è anche un gruppo di anti-abortisti che si sono abbracciati e hanno esultato alla notizia.

"Protesteremo ogni giorno, faremo chiudere questo Paese”, affermano i manifestanti.

I COMMENTI

Il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, palude alla decisione della Corte Suprema: "Plaudo a questa storica sentenza che salva vite umane", twitta.

La decisione della Corte Suprema è "coraggiosa" e "corretta. E' una storica vittoria per la costituzione e la società", esulta il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell.

Esulta anche Mike Pence: “La vita ha vinto”, è il suo tweet lapidario.

Mentre Donald Trump parla di una decisione che “rispetta la Costituzione e vuole restituire i diritti”, di “volontà di Dio”.

"La Corte Suprema ha attaccato le libertà fondamentali di milioni di americani", è invece il commento di Barack Obama.

E la speaker della Camera Nancy Pelosi parla di una decisione “crudele” e “scandalosa”.

Di “infamia”, “passo indietro per i diritti delle donne e i diritti umani” parla Hillary Clinton.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata