Migliaia i figli di foreign fighter chiusi in campi, centri di detenzione o orfanotrofi in Medioriente che vivono in condizioni terribili tra minacce costanti alla loro salute, sicurezza e benessere.

L'allarme parte dell'Unicef, che definisce questi minori tra i "più vulnerabili del mondo".

Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, hanno "scarso supporto familiare: molti sono bloccati con le loro madri o con persone che se ne prendono cura, altri invece sono completamente soli".

Solo in Siria, l'Unicef stima che ci siano circa 29mila bambini figli di foreign fighter, molti sotto i 12 anni; circa 20mila bambini provengono dall'Iraq e altri 9mila da circa 60 paesi. Si ritiene che altri mille siano in Iraq.

"Questi bambini sono stati doppiamente stigmatizzati dalle loro comunità ed emarginati dai loro governi. Affrontano enormi problemi di tipo legale, logistico e politico per accedere a servizi di base o ritornare nei loro paesi di origine".

"La maggior parte di questi bambini sono nati in aree in conflitto controllate dallo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante o sono arrivati con i loro genitori. Gli altri - la maggior parte ragazzi - sono stati costretti o manipolati a supportare gruppi armati o hanno dovuto farlo per sopravvivere. Tutti sono vittime di tragiche circostanze ed enormi violazioni dei loro diritti", e meritano, questo l'appello, "di ricevere cure ed essere trattati come bambini".

(Unioneonline/D)
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