È giallo sulla morte di John Barnett, ex dipendente del colosso aerospaziale statunitense Boeing.

L’ingegnere 62enne, con oltre trent’anni di carriera nella società in cui aveva assunto anche il ruolo di responsabile della qualità, aveva denunciato pubblicamente violazioni degli standard di sicurezza nei processi di produzione degli aerei di linea.

Il suo cadavere è stato ritrovato sabato 9 marzo nel parcheggio di un hotel: a causare il decesso una "ferita di arma da fuoco autoinflitta".

Nel 2019, secondo quanto riportano i media americani, Barnett aveva dichiarato in tv che «i lavoratori sotto pressione sulla linea di produzione avevano deliberatamente montato parti che non rispettavano gli standard di sicurezza sugli aerei». Aveva anche affermato di aver scoperto seri problemi con i sistemi di sicurezza a bordo: secondo il 62enne una maschera respiratoria su quattro non funzionerebbe in caso di emergenza.

Barnett aveva riferito di aver allertato i dirigenti delle sue preoccupazioni, ma nessuna azione avrebbe fatto seguito. Non solo, Boeing ha sempre negato le sue affermazioni.

Al momento della sua morte, Barnett si trovava a Charleston per alcuni colloqui legati alle denunce. Sabato scorso avrebbe dovuto essere sottoposto ad un ulteriore interrogatorio.

In un comunicato Boeing ha dichiarato: «Siamo rattristati dalla scomparsa del signor Barnett e i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi amici».

Molti, però, i dubbi legati alla morte.

(Unioneonline/v.l.)

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