Indonesia, più di 400 vittime. Il miracolo di Alì, bimbo salvato dopo 12 ore tra le macerie
Si aggrava il bilancio delle vittime dello tsunami che ha colpito le isole indonesiane di Giava e SumatraHa superato quota 400 il numero delle vittime dello tsunami che ha colpito tre giorni fa le isole indonesiane di Giava e Sumatra. Bilancio inevitabilmente destinato ad aggravarsi: sono oltre 1400 i feriti, 154 i dispersi, rende noto il portavoce dell'Agenzia indonesiana per i disastri, Sutopo Purwo Nugroho.
Si scava anche a mani nude per trovare eventuali sopravvissuti. Come Ali, cinque anni, estratto vivo dalle macerie dopo 12 ore. Un vero e proprio miracolo di Natale.
La ong Oxfam parla di 11mila sfollati, e lancia un appello, chiedendo di donare e ricordando che "sale l'allarme per la possibilità di un nuovo tsunami, dopo che ieri ci sono state nuove eruzioni, con le zone circostanti ancora immerse nel fumo e nella cenere".
Anche Medici Senza Frontiere si è attivata, mandando tre squadre nella zona.
Si sono tenuti ieri i funerali dei componenti della pop band "Seventeen", travolti dall'onda alta più di 20 metri. Tre sono rimasti uccisi, bassista, batterista e manager.
Lo tsunami ha colpito la sera del 22 dicembre, in seguito a un'eruzione del vulcano Anak Krakatoa, "figlio" del leggendario Krakatoa.
Dietro di sé ha lasciato l'apocalisse: alberi sradicati, tetti divelti, macerie ovunque. Splendide spiagge turistiche sono diventate un deposito di detriti.
E ora è anche crisi sanitaria: "Molti bambini sono malati, hanno la febbre, mal di testa e non hanno abbastanza acqua. Abbiamo meno farmaci del solito, non c'è abbastanza acqua potabile, la gente ha bisogno di cibo e dorme a terra", spiega Rizal Almin, medico della Ong Aksi Cepat Tanggap, che sta aiutando le persone ospitandole in una scuola trasormata in rifugio di fortuna.
(Unioneonline/L)