"Nessuno può obbligare i texani a vaccinarsi". E' il perentorio messaggio del governatore repubblicano e trumpiano Greg Abbott che, sfidando gli sforzi della Casa Bianca per battere la pandemia, prosegue nella crociata che lo ha portato prima a proibire l'obbligo dell'uso delle mascherine e adesso a vietare a tutti i datori di lavoro di richiedere ai dipendenti la prova di vaccinazione.

Ma la sua crociata rischia di trasformarsi in una lunga battaglia legale contro le stesse grandi aziende presenti nello Stato, che permettono il rientro in ufficio solo ai vaccinati. Parliamo di realtà come American Airlines, Facebook, Google, che hanno già chiarito di non voler fare marcia indietro.

"Nessuna entità in Texas può costringere un individuo a vaccinarsi contro il Covid - si legge nel decreto varato da Abbott - compresi i dipendenti che si oppongono per motivi personali o religiosi o per ragioni mediche. La scelta di vaccinarsi per i texani deve essere sempre volontaria".

Una linea in rotta di collisione con quella di Biden, che si appresta a varare nuove regole per far sì che i datori di lavoro riaccolgano solo i dipendenti pienamente vaccinati o che si sottopongano a test ogni settimana.

Il Texas si conferma, dall’aborto alle armi fino al Covid, laboratorio delle politiche più conservatrici. Nello Stato il numero di vittime della pandemia sfiora quota 70mila. Solo in California un bilancio peggiore, ma con una popolazione ben maggiore.

Negli Usa si contano ancora circa 1.800 morti e quasi 90mila nuovi casi al giorno. La situazione cambia da Stato a Stato, pesa uno zoccolo duro di no vax che appare difficile da scalfire. Solo il 56% della popolazione è vaccinato, con 7,3 milioni di americani che hanno già ricevuto la terza dose.

(Unioneonline/L)

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