Il bilancio delle vittime del coronavirus in Messico è stato "corretto" al rialzo dal governo, risultando del 60 per cento superiore a quanto segnalato finora: ci sono stati 321mila morti da inizio pandemia, cifra che fa balzare il Paese al secondo posto della classifica dei più colpiti dopo gli Stati Uniti, il primo in rapporto al numero di abitanti.

Il nuovo bilancio supera quello del Brasile (310.550 secondo Johns Hopkins), attualmente al secondo posto per numero di morti dopo gli Usa. La popolazione messicana, di 126 milioni di persone, è però di gran lunga inferiore a quella di entrambi i Paesi.

Il nuovo rapporto del governo messicano conferma anche quanto sia stata letale la seconda ondata di pandemia nel mese di gennaio.

Nell'intero 2020, secondo i dati diffusi a fine dicembre, le stime di morte in eccesso suggerivano un totale di circa 220.000 decessi legati al Covid. Quel numero è balzato di circa 75mila unità in appena un mese e mezzo.

Le "morti in eccesso" dall'inizio della pandemia, determinate "confrontando le morti nel periodo con quelle attese sulla base dei dati degli anni precedenti" sono state circa 417.000.

Una revisione dei certificati di morte ha rilevato che in circa il 70,5% dei casi il Covid era stato indicato come sospetta causa o motivo di aggravamento di patologie preesistenti. Ciò significa che la pandemia ha anche contribuito ad aumentare la mortalità per altre malattie, riducendo, con gli ospedali al completo, la possibilità di accesso alle cure.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata