Tragica fine per Jeffrey Epstein: il finanziere travolto da uno scandalo sessuale e accusato di abusi, sfruttamento della prostituzione femminile e traffico di minori si è suicidato in carcere a Manhattan, dove era recluso in attesa del processo.

L'uomo, che si trovava sotto stretta sorveglianza dopo che il 23 luglio scorso era stato ritrovato privo di conoscenza sul pavimento della cella, sarebbe morto impiccato. La scoperta del cadavere verso le 7.30 del mattino.

Nelle ultime ore erano state diffuse le carte della corte in cui si descrivono le attività illegali in cui Epstein era stato coinvolto, con molti dettagli scabrosi e imbarazzanti sulle abitudini sessuali del finanziere 66enne.

Secondo quanto ricostruito, a Epstein piacevano le orge con ragazze minorenni, organizzate nella sua lussuosissima dimora di Manhattan o in quella agli Hamptons, e pretendeva almeno tre orgasmi al giorno, prediligendo anche l'uso di sexy toys. Aveva poi un'assistente che gli procurava le ragazze e un maggiordomo dedito a far sparire ogni traccia di ciò che accadeva fra le mura domestiche.

Epstein, che si era già dichiarato innocente, rischiava una condanna fino a 45 anni di carcere.

Nel 2007 aveva raggiunto per reati simili un controverso accordo di patteggiamento con l'Attorney general di

Miami, allora Alexander Acosta, che gli aveva risparmiato incriminazioni federali. Acosta era poi stato costretto a dimettersi dalla carica di segretario del lavoro.

Le indagini contro Epstein sono oggi basate sulle testimonianze anche di alcune delle vittime, soprattutto quella di Virginia Robert Giuffre, che ha accusato il finanziere di averla ridotta ad una "schiava sessuale" quando aveva solo 14 anni.

(Unioneonline/v.l.)
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