Un nuovo tragico naufragio nelle acque del Mediterraneo. E' avvenuto davanti alle coste della Libia, al largo di Zawiya, dove un gommone carico di migranti è stato inghiottito dalle onde.

A bordo, secondo quanto riferito dalla Mezzaluna rossa - la Croce rossa del mondo arabo - c'erano 12 persone, tra cui tre bambini.

La tragedia è avvenuta lo scorso 13 giugno e in questo ore i volontari della Mezzaluna rossa hanno ritrovato il primo cadavere. Una scena straziante: il corpicino di una bimba di soli 4-5 mesi, ancora avvolto nel pigiamino, raffigurante un coniglietto. Era adagiato sulla spiaggia, nella zona di Sorman.

Un'immagine che spezza il cuore, potentissima nella sua tragicità, come quelle del piccolo Aylan Kurdi fuggito dalla Siria con la famiglia, ritrovato senza vita su una spiagga turca.

Gli stessi volontari hanno provveduto a recuperare il corpo della piccola e seppellirlo. Tutte le altre persone a bordo risultano invece tuttora disperse.

Intanto, in queste ore le autorità di un altro Paese nordafricano punto di partenza per le migrazioni verso l'Europa, la Tunisia, hanno arrestato il presunto organizzatore principale della traversata verso le coste italiane finita in tragedia lo scorso 9 giugno, davanti alle coste di Kerkennah, costata la vita a 60 migranti

sub-sahariani (tra cui 28 donne e 3 bambini) e un tunisino, che timone dell'imbarcazione affondata.

Si tratta di un 56enne, ritenuto uno dei più pericolosi organizzatori di partenze verso l'Italia, dalla località di Sidi Mansour a Sfax. Il pubblico ministero ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere mentre proseguono le ricerche per catturare due suoi complici coinvolti nell'operazione.

(Unioneonline/l.f.)
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