Le perdite dell’esercito russo, nelle stime dello Stato maggiore ucraino, hanno superato la soglia dei 160mila soldati morti in battaglia.

Nelle ultime 24 ore, riporta Union, sarebbero rimasti uccisi nei combattimenti 700 militari della Federazione. Ma, nonostante le gravi perdite, continuano le operazioni offensive nelle direzioni Limansky, Bakhmutsky, Avdeevsky, Maryinsky e Shakhtyorsky.

Anche l’esercito di Kiev, scrive il Washington Post, fa i conti con un drammatico bilancio in un anno di guerra: “l'umore delle truppe in prima linea è cupo, alcuni funzionari ucraini mettono in dubbio la prontezza ucraina nell'organizzare la controffensiva di primavera”.

I militari russi stanno attaccando lungo un arco di 160 miglia (256 km). Pochi gli edifici rimasti intatti, sottolinea inoltre il New York Times, “i luoghi più contesi hanno poco da offrire oltre al controllo di strade e ferrovie che il Cremlino considera importanti per il suo obiettivo di conquistare l'intera regione orientale... Gli assalti possono anche fornire un miglior posizionamento per il prossimo attacco, informazioni sulle posizioni della controparte e valore propagandistico". Tuttavia, "i guadagni russi sono minimi e hanno un costo spaventoso per entrambe le parti. I funzionari e gli analisti occidentali hanno stimato circa 200.000 morti e feriti da parte russa. Non hanno dato pubblicamente i numeri delle perdite ucraine, ma sospettano che siano anch'esse enormi", prosegue il giornale.

(Unioneonline/s.s.)

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