Tre migranti sudanesi sono stati uccisi e altri quattro feriti in una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, a est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco.

Lo fa sapere l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica. Quando, appena scesi a terra, hanno tentato di darsi alla fuga, la Guardia Costiera ha aperto il fuoco. Due sono morti sul colpo, un terzo durante il trasporto in ospedale.

I migranti volevano sfuggire ai lager: i feriti sono stati portati in ospedale, tutti gli altri sopravvissuti alla sparatoria sono stati trasferiti in centri di detenzione.

"Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili", afferma Federico Soda, capo missione Oim in Libia. "L'utilizzo di violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso. La Libia non è un porto sicuro, l'Ue e la comunità internazionale agiscano con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili. E' necessario mettere in atto un sistema che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare vengano condotte in porti sicuri, ed è necessaria una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea".

Nei primi sette mesi del 2020 sono 6.518 i migranti riportati in Libia dalla Guardia costiera libica: 5.716 uomini, 462 donne e 340 minori, tra cui 84 bambine.

(Unioneonline/L)
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