"Sì, se puede". Come lo "Yes we can" che nel 2008 ha portato Barack Obama alla Casa Bianca.

È quanto hanno urlato in Plaza Venezuela, a Caracas, le decine di migliaia di manifestanti che ieri ascoltavano Juan Guaidó - 35 anni, leader dell'opposizione a Maduro - giurare sulla Costituzione e autoproclamarsi presidente ad interim del Venezuela fino a nuove elezioni democratiche.

Dopo una manciata di minuti è arrivato il riconoscimento ufficiale della Casa Bianca, direttamente per bocca di Donald Trump: "Nicolas Maduro e il suo regime sono illegittimi, e il popolo del Venezuela ha fatto sentire con coraggio la sua voce chiedendo libertà e rispetto della legge".

Il segretario di Stato Mike Pompeo ha chiesto all'esercito venezuelano di appoggiare l'autoproclamato presidente e "sostenere la democrazia".

I POSIZIONAMENTI DELLE ALTRE NAZIONI - Poi, nel giro di una manciata di ore, sono arrivati altri riconoscimenti per Guaidó : da Paraguay, Brasile, Argentina e Canada. E anche dall'Unione europea, al cui nome ha parlato il presidente del Consiglio Donald Tusk: "Spero che tutta l'Europa si unisca nel sostegno alle forze democratiche in Venezuela. A differenza di Maduro, l'Assemblea parlamentare, incluso Guaidó, ha un mandato democratico dai cittadini venezuelani", ha affermato.

In soccorso di Maduro sono invece giunti Messico, Bolivia e Cuba nel continente americano. Poi si sono aggiunti Siria, Iran (che parla senza mezzi termini di "golpe degli Usa") e Turchia. "Maduro, siamo con te, resisti fratello", ha dichiarato Erdogan, che ha anche telefonato al leader chavista. E ora si è aggiunto anche il Cremlino, che appoggia il "leader legittimo" contro "l'usurpazione del potere in Venezuela, palese violazione del diritto internazionale".

Il discorso al balcone di Nicolas Maduro (Ansa)
Il discorso al balcone di Nicolas Maduro (Ansa)
Il discorso al balcone di Nicolas Maduro (Ansa)

LA RISPOSTA DI MADURO E LA GUERRA DIPLOMATICA - Non si è fatta attendere la risposta di Nicolas Maduro che, parlando dal balcone a una folla di sostenitori ha denunciato un golpe ai suoi danni e annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con gli Usa, dando ai diplomatici statunitensi 72 ore di tempo per lasciare il Paese. "Ci difenderemo ad ogni costo".

Guaidò dal canto suo ha invitato gli ambasciatori a restare in Venezuela: "Vi invito a disconoscere qualsiasi ordine o disposizione che contraddica il fermo proposito del legittimo potere venezuelano, che esercito in virtù della Costituzione, e a continuare a operare normalmente in Venezuela. Qualsiasi disposizione contraria non ha alcuna validità, soprattutto se emanata da persone o entità che, per il loro carattere usurpatorio, non hanno autorità legittima per pronunciarsi".

E gli Stati Uniti non hanno esitato a replicare a Maduro e a minacciarlo. "Tutte le opzioni sono sul tavolo", ha detto Trump, mentre il segretario di Stato ha affermato che i diplomatici americani non lasceranno il Paese. L'amministrazione Usa ha anche lanciato un appello a tutte le capitali dell'Occidente affinché seguano il suo esempio.

Un manifestante anti Maduro (Ansa)
Un manifestante anti Maduro (Ansa)
Un manifestante anti Maduro (Ansa)

LA MANIFESTAZIONE - Pesanti scontri ieri a Caracas e in tutto il Paese, una decina i morti, tanti i feriti negli scontri di piazza, e oltre 200 le persone arrestate. "Resteremo qui finché il Venezuela non sarà liberato", ha promesso Guaidó dopo aver giurato sulla Carta, chiedendo all'esercito di smettere di appoggiare Maduro e di rispettare la Costituzione.

Ma l'esercito - parola del ministero della Difesa - "continua ad appoggiare" l'erede di Chavez.

Maduro è in carica dal 2013, quando successe a Hugo Chavez. Lo scorso 11 gennaio si è insediato per il secondo mandato.

A guidare la rivolta contro di lui sono soprattutto quei quartieri operai di Caracas che prima lo sostenevano e che ora, sfiniti da una crisi economica con effetti devastanti, si sono schierati con il giovane ingegnere Guaidó .

(Unioneonline/L)

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Guaidó si proclama presidente del Venezuela
Guaidó si proclama presidente del Venezuela
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Il 36enne venezuelano ha lanciato la sfida a Maduro
Il 36enne venezuelano ha lanciato la sfida a Maduro
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Il discorso di Guaidó si è tenuto a Caracas davanti a migliaia di persone
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Le elezioni sono avvenute solo due settimane fa
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L'opposizione ha sempre considerato illegittimo il risultato
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Maduro è stato accusato di corruzione
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Guaidó rappresenta l'alternativa
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In Venezuela non si verificava un evento del genere dal 1958
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Il 23 gennaio di quell'anno cadde la dittatura di Perez Jimenez
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Il discorso (Foto Ansa)
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