Quando si è verificata l’esplosione, i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 contenevano circa 800 milioni di metri cubi di gas nelle tre linee off shore. A comunicarlo, nel corso di un collegamento video in occasione della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è stato Sergei Kupriyanov, portavoce di Gazprom: “Secondo le stime disponibili – ha confermato - c'erano circa 800 milioni di metri cubi di gas nelle tre linee di gasdotti al momento dell'incidente. È il consumo della Danimarca per tre mesi". Kupriyanov ha sottolineato inoltre che Gazprom è alla ricerca di possibili soluzioni per riprendere il funzionamento del sistema Nord Stream, ma al momento è difficile stabilire i tempi del ripristino.

Nelle ultime ore, fonti di intelligence citate dalla rivista tedesca Spiegel sostengono che gli impianti, nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, siano stati colpiti in quattro punti da esplosioni con 500 chili di tritolo, l'equivalente della potenza esplosiva di una bomba di aereo. 

Intanto ieri sera il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, ha ribadito che quanto accaduto ai gasdotti altro non possa essere se non “un atto deliberato di sabotaggio”, stessa posizione del presidente americano Joe Biden che parlando alla Casa Bianca ha detto: “Le fughe di gas dal Nord Stream sono state causate da un attacco deliberato. Quello che dice Putin sono solo bugie", assicurando inoltre che gli Usa e i loro alleati "scopriranno quello che è successo" al gasdotto.

(Unioneonline/s.s.)

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