Centinaia sono gli arresti in varie città, confermati dl ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, durante le proteste che fanno seguito all'uccisione di un diciassettenne da parte della polizia a Nanterre.

Darmanin ha visitato nella notte Mantes-la-Jolie, nella banlieue parigina, teatro di violenti scontri e dove il municipio è stato dato alle fiamme. «È la Repubblica che vincerà», ha detto il ministro secondo quanto riporta Le Figaro. «Non confondo le poche migliaia di delinquenti - ha aggiunto - con la stragrande maggioranza dei nostri connazionali che vivono nei quartieri popolari».

Scontri tra la polizia e giovani si sono verificati a Vénissieux e a Villeurbanne, nella periferia di Lione. Saccheggi sono stati segnalati nel centro di Grenoble e di Saint-Etienne dove sono stati presi di mira negozi di abbigliamento, di ottica e di telefonia, oltre a gioiellerie. A Bondy (Seine-Saint-Denis), nella banlieue parigina, circa cento giovani si sono ritrovati in serata davanti al negozio di arredamento Conforama per saccheggiarlo e la polizia ha effettuato diverse cariche per disperderli. Numerosi furti da parte dei rivoltosi sono stati segnalati.

La rivolta, insomma, non si placa e si scatena contro tutti i simboli dello Stato: carceri, caserme, municipi, commissariati, acuita dopo la diffusione della notizia della morte di un 20enne caduto dal tetto di un supermercato a Rouen.

Il presidente Emmanuel Macron non ha dichiarato lo stato d'emergenza, come molti prevedevano, ma si è rivolto alle famiglie dei minorenni che partecipano alle violenze, chiedendo di tenere i giovanissimi a casa. 

Intanto il governo ha ordinato l'impiego dei mezzi blindati, ha annullato concerti, eventi pubblici, feste di quartiere e nelle scuole, e ha accorciato alle 21 le corse degli autobus e dei tram.

La rabbia per la morte di Nahel, 17 anni, per mano di un poliziotto che gli ha sparato a bruciapelo e senza alcuna motivazione di legittima difesa, non sembra avere argini.

(Unioneonline/s.s.)

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