Il mondo continua a seguire con apprensione la vicenda dei 12 ragazzini e del loro allenatore bloccati da due settimane in una grotta allagata in Thailandia.

Mentre si teme che nuove piogge possano far alzare ulteriormente il livello dell'acqua, i giovani calciatori scrivono alle famiglie: "Non vi preoccupate... siamo tutti forti".

È la prima forma diretta di comunicazione dei sopravvissuti, dopo il fallimento del tentativo di installare una linea telefonica all'interno della caverna. Anche il coach, il 25enne Ekkapol Chantawong, ha inviato una lettera porgendo le sue "scuse sincere" per l'incidente. "A tutti i genitori - ha scritto - tutti i bambini stanno bene, prometto di prendermi cura di loro".

Le operazioni dei soccorritori
Le operazioni dei soccorritori
Le operazioni dei soccorritori

Nel frattempo, le squadre dei soccorritori sono riuscite a installare un condotto per l'aria, dopo l'allarme suscitato dal calo del livello di ossigeno all'interno della caverna, sceso dall'abituale 21% al 15%. I tentativi sono già costati la vita all'ex Navy Seal thailandese Saman Kunan, 38 anni.

I sub stanno lavorando, in una corsa contro il tempo, alle ipotesi su come portare in salvo i ragazzini, non mettendoli in pericolo. Tramontata l'ipotesi tunnel, un cunicolo che avrebbe potuto trarli in salvo in poche ore ma che si è rivelato un passaggio impraticabile, lo scenario più verosimile, ma pericoloso, sembra quello di far uscire i bambini immergendosi assieme ai sommozzatori.

Molti ragazzini però non sanno nemmeno nuotare, e sono fisicamente debilitati.

(Unioneonline/D)

LA MORTE DEL SOCCORRITORE:

IL RITROVAMENTO DEI RAGAZZINI:

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