Massimo Riella, il 48enne evaso quattro mesi fa dopo che gli era stata concessa un'uscita, sotto scorta, dal carcere Bassone di Como, è stato catturato in Montenegro.

Arrestato lo scorso dicembre per una rapina ai danni di due anziani, era scappato il 12 marzo durante un permesso premio, quando gli era stato concesso di fare visita alla tomba della madre al cimitero di Brenzio. 

Per mesi era sparito nei boschi impervi del Comasco, che conosceva bene dati i suoi trascorsi da bracconiere, probabilmente aiutato da amici e conoscenti. Nei suoi confronti era stato spiccato un mandato di cattura internazionale.

È stato il servizio di cooperazione internazionale dell'Interpol a comunicarne la cattura al Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria che ne aveva seguito le tracce da tempo e che aveva segnalato al Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia (SCIP) la sua presenza sul territorio montenegrino. Grazie alle articolate indagini svolte dal Nucleo Investigativo Regionale della Lombardia e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Como Alessandra Bellù, dalla fine di giugno gli uomini del Nic hanno mantenuto contatti diretti e costanti con i servizi di cooperazione internazionale, segnalando Riella dapprima in Montenegro, poi in Serbia e successivamente di nuovo in Montenegro.

Alla fine è stato localizzato con precisione il luogo in cui il fuggitivo aveva trovato rifugio, quindi il blitz dei reparti speciali della polizia montenegrina. Soddisfatto il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi: "Ho manifestato al Direttore del Nic, Augusto Zaccariello, le mie congratulazioni per la cattura dell'evaso, chiedendogli di esternarle a tutto il personale del Nucleo e, in particolare, del Nir della Lombardia, per il contributo determinante prestato nella lunga e complessa attività di indagine, che ancora una volta dimostra la grande professionalità del nostro personale".

Ora ci sarà l'estradizione.

(Unioneonline/D)

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