È morto Karim Aga Khan, il fondatore della Costa Smeralda. La notizia è stata diffusa nella tarda serata di ieri. Quarantanovesimo Imam dei musulmani ismailiti nizariti, aveva 88 anni. È morto a Lisbona, dove aveva sede la sua rete di sviluppo e la sua fondazione.

A comunicarlo lo staff dell'Aga Khan Development Network. «Sua Altezza il principe Karim Al-Hussaini Aga Khan IV – la nota diffusa in serata – 49° Iman ereditario dei musulmani sciiti ismailiti e diretto discendente di Maometto (pace sia con lui) è deceduto pacificamente a Lisbona il 4 febbraio 2025, all'età di 88 anni, circondato dalla sua famiglia».

Ed è il Consorzio Costa Smeralda, un quarto d'ora dopo, a rilanciare con un post "Non abbiamo parole. Solo una: GRAZIE" mentre la notizia nel frattempo rimbalza su tutti i media internazionali, con cordoglio unanime nel mondo.

Il Principe Karim Aga Khan a Vena Fiorita nel 1964 fotografato da Nello di Salvo (archivio L'Unione Sarda, foto concessa)
Il Principe Karim Aga Khan a Vena Fiorita nel 1964 fotografato da Nello di Salvo (archivio L'Unione Sarda, foto concessa)
Il Principe Karim Aga Khan a Vena Fiorita nel 1964 fotografato da Nello di Salvo (archivio L'Unione Sarda, foto concessa)

«Un leader globale straordinariamente compassionevole», le parole del primo ministro canadese Justin Trudeau, che l’ha definito «un grande amico» che «mancherà profondamente alle persone di tutto il mondo».

A breve è previsto l'annuncio del suo successore, i funerali saranno celebrati a Lisbona

Imprenditore e filantropo, tra gli uomini più ricchi del mondo, Shah Karim al Hussaini era il 49esimo imam ereditario dei musulmani ismailiti, una comunità religiosa di circa 15 milioni di fedeli sciiti, "e discendente diretto del profeta Maometto" e aveva a sua volta ereditato il titolo dal nonno: divenne Aga Khan IV il 19 ottobre 1957 a Dar es Salaam, in Tanzania, dopo aver lasciato Harvard per stare accanto al nonno malato e tornando poi a scuola 18 mesi dopo con un entourage e un profondo senso di responsabilità.

L'Aga Khan (al centro) con Cesare Fiorio e l’equipaggio del motoscafo Destriero, che nel 1992 battè il record della traversata atlantica (archivio L'Unione Sarda)
L'Aga Khan (al centro) con Cesare Fiorio e l’equipaggio del motoscafo Destriero, che nel 1992 battè il record della traversata atlantica (archivio L'Unione Sarda)
L'Aga Khan (al centro) con Cesare Fiorio e l’equipaggio del motoscafo Destriero, che nel 1992 battè il record della traversata atlantica (archivio L'Unione Sarda)

IL SOGNO – Come si legge proprio sul sito del Consorzio Costa Smeralda, «il Principe Karim Aga Khan è il padre di un sogno che cambierà la storia della Sardegna. Fu lui a volere il Consorzio, preceduto da una lettera d’intenti del 1961 e poi fondato ufficialmente il 14 marzo del 1962 a Olbia, al civico 193 di corso Umberto, davanti al notaio Mario Altea di Tempio. Erano circa 1800 gli ettari di terra inizialmente passati dai vecchi ai nuovi proprietari, tutti pronti a investire ingenti somme nelle bellezze della Gallura. Sei invece i nomi dei soci fondatori: Karim Aga Khan, Patrick Guinnes, Felix Bigio, John Duncan Miller, Andrè Ardoin e René Podbielski». 

Con Gianni Agnelli (archivio L'Unione Sarda)
Con Gianni Agnelli (archivio L'Unione Sarda)
Con Gianni Agnelli (archivio L'Unione Sarda)

Si decise anche di istituire un prestigioso Comitato di Architettura, «incaricato di redigere i rigorosi piani di sviluppo e di assicurare un costante controllo architettonico dell’area.

Lo scopo era garantire la conservazione del patrimonio naturale preesistente e concepire uno stile in grado di coniugare le bellezze naturali con gli elementi della tradizione costruttiva locale. Per volere dell’Aga Khan, a far parte del Comitato furono chiamati alcuni dei migliori architetti dell’epoca: Luigi Vietti, Jacques Couëlle, Michele Busiri Vici e Antonio Simon Mossa. Quattro giganti dell’architettura che ebbero il merito di concepire uno stile profondamente caratteristico e inserito in un paesaggio da proteggere e salvaguardare. Tutto questo in linea con la moderna visione del Principe, antesignano della sostenibilità e della tutela del territorio».

GLI ALTRI PROGETTI – I suoi progetti riguardavano anche l'allevamento di cavalli da corsa purosangue, rappresentò l'Iran alle Olimpiadi invernali del 1964 come sciatore, e ha portato avanti diverse iniziative sanitarie per i poveri nei Paesi in via di sviluppo. 

L'Aga Khan con la regina Elisabetta (foto Ansa)
L'Aga Khan con la regina Elisabetta (foto Ansa)
L'Aga Khan con la regina Elisabetta (foto Ansa)

Sebbene vivesse nel lusso, tra jet e yacht, possedesse un'isola caraibica e il suo patrimonio fosse stimato tra 1 e 13 miliardi di dollari, si opponeva all'idea che la sua ricchezza fosse in conflitto con la fede e la beneficenza. Un imam o un leader religioso «non deve ritirarsi dalla vita di tutti i giorni», disse quando diventò Aga Khan. «Al contrario, ci si aspetta che protegga la sua comunità e contribuisca alla sua qualità della vita. Pertanto, la nozione di divisione tra fede e mondo è estranea all'Islam».

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(Unioneonline)

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