L’Ucraina non solo si difende, ma contrattacca, continuando a colpire con i droni il territorio russo.

Nel mirino di Kiev soprattutto gli aeroporti. L’ultimo raid è avvenuto nella regione di Kursk, vicino al confine tra i due Paesi in guerra, dove è stato bersagliato uno scalo dove un serbatoio di carburante ha preso fuoco ed è bruciato per ore.

Centrate anche due basi dove sono di stanza bombardieri strategici, nelle regioni di Ryazan e Saratov, a centinaia di chilometri dalla linea del fronte, con un bilancio di tre militari morti e quattro feriti. 

Attacchi che innalzano ulteriormente la tensione e che hanno portato Mosca ad annunciare l’intenzione di prendere tutte "le misure necessarie per garantire la sicurezza" di fronte "ai continui attacchi terroristici di Kiev sul territorio russo".

Non è chiaro se le autorità ucraine abbiano preventivamente informato gli alleati occidentali dei raid effettuati oltreconfine.

Dal canto proprio gli Stati Uniti hanno preso le distanze dall’offensiva di Kiev in territorio russo. «Non incoraggiamo l'Ucraina a colpire oltre i suoi confini», ha fatto sapere il Dipartimento di Stato Usa, sottolineando che «le armi fornite gli ucraini non erano destinate a colpire la Russia ma a difendersi dall'aggressione di Mosca».

(Unioneonline/l.f.)

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