Su quanto stava accadendo in Siria nella notte il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni è stato costantemente informato.

Stamattina è arrivato il suo commento, con un discorso in cui ha parlato di "armi atroci", riferendosi a quelle chimiche usate su Duma, "che la nostra civiltà non può tollerare".

La situazione "impegna la comunità internazionale a moltiplicare gli sforzi per impedirne di nuovo l'uso - ha aggiunto - E l'azione di questa notte è stata circoscritta, mirata a colpire le capacità di fabbricazione e diffusione di quelle armi, ma non può e non deve rappresentare l'inizio di un'escalation".

Questo, ha ricordato, "è quanto l'Italia ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a ribadire". "Il nostro Paese - ha detto Gentiloni - non ha partecipato a questo attacco militare, condotto da Usa, Francia e Regno Unito. Il nostro supporto logistico, in questo caso particolare, non può in alcun modo tradursi col fatto che dal territorio italiano partano azioni dirette a colpire la Siria".

"Non è troppo tardi - ha concluso - per ridare spinta a un processo di dialogo e negoziati per lavorare alla soluzione della crisi siriana".

In una conferenza con i giornalisti, anche la premier britannica Theresa May ha spiegato la posizione del Regno Unito sui raid: "Siamo sicuri che le nostre attività avranno successo", e ha ricordato quanto accaduto pochi giorni fa a Duma.

"Tutto sembra indicare che siano state usate armi chimiche. Abbiamo visto immagini atroci, con persone che si rifugiavano sotto terra, e presentavano ustioni agli occhi, sintomi di soffocamento. L'Organizzazione mondiale della sanità ha notizia di centinaia di pazienti ricoverati con questi sintomi", e per tutto questo, ha aggiunto, "il responsabile è il regime siriano".

"Non posso spiegarvi tutto - ha detto May - ma posso fornire alcuni elementi. Sappiamo che è stata usata una bomba per diffondere le sostanze chimiche, sopra la zona di Duma c'era un elicottero dell'esercito siriano. L'opposizione non usa questi mesi e Daesh non è presente a Duma".

Ma "non vogliamo comunque rovesciare il regime di Damasco, è stato un attacco per evitare un'escalation e impedire altre vittime civili. Nostri obiettivi sono stati i centri in cui vengono tenute armi chimiche, e l'intento è quello di disincentivarme l'uso".

Dichiarazioni sono arrivate anche da altri Paesi, come la Turchia, il cui governo ha annunciato di aver accolto positivamente l'iniziativa americana parlando di "reazione appropriata", secondo le parole del ministero degli Esteri, così come pieno appoggio è stato espresso dal premier canadese Justin Trudeau.

E Vladimir Putin ha condannato "fermamente" quanto accaduto, come riportano le agenzie.

Raid giustificati per Israele, un funzionario ha fatto riferimento alle "azioni omicide" del governo di Damasco, che hanno quindi scatenato la "punizione" Usa.

Parole dure invece dagli Hezbollah sciiti libanesi, alleati di Assad: "La guerra condotta dagli Stati Uniti contro la Siria, contro i popoli della regione e i suoi movimenti di resistenza (...) non raggiungerà i suoi obiettivi" si legge in un comunicato.

Sul fronte Nazioni Unite, il segretario generale Antonio Guterres ha invitato i Paesi coinvolti nella crisi a evitare un'escalation, provando invece la strada della moderazione, mentre Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha approvato il raid, sottolineando come queste azioni "ridurranno l'abilità del regime di attaccare ulteriormente il popolo siriano con le armi chimiche", il cui utilizzo "è inaccettabile". La Nato, ha concluso il numero uno dell'Alleanza, "considera l'uso di armi chimiche come una violazione alla pace e alla sicurezza internazionale".

"I raid degli Usa, della Francia e della Gran Bretagna rendono evidente che il regime siriano con la Russia e l'Iran non possono continuare questa tragedia umana almeno non senza costi" è il tweet di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. Che ha anche aggiunto: "Saremo al fianco degli alleati".

(Unioneonline/s.s.)

LE PAROLE DI GENTILONI:

IL DISCORSO DELLA MAY:

© Riproduzione riservata