Dopo tre anni, da quando cioè è scoppiata la pandemia, pensava di poter finalmente rientrare nel suo paese d’origine, a Goni, per riabbracciare i familiari e far vedere loro il bimbo piccolo.

Invece a Maria Antonietta Sciola – 38enne da dieci anni in Cina dove vive e lavora – è stato negato l’imbarco all’aeroporto di Guangzhou a causa delle restrizioni imposte dallo Stato italiano.

Ancora oggi non sa se riuscirà a raggiungere la Sardegna. «Per l’imbarco – racconta – serve un tampone negativo 48 o 72 ore prima ma in Cina i centri per i test Covid sono stati chiusi. Alla fine i cinesi un certificato riescono a ottenerlo, noi italiani siamo abbandonati e discriminati. Non sappiamo più cosa fare».

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