Bufera su due agenti della polizia di Londra che qualche giorno fa hanno fatto irruzione in una casa nel nord della città e hanno ammanettato e portato nella volante un ragazzino di 12 anni perché pensavano fosse in possesso di una pistola che poi si è rivelata essere un giocattolo.

Gli agenti erano arrivati a casa della famiglia Agyepong, a Somers Town, dopo la segnalazione di un vicino che aveva detto di aver visto un individuo in casa con un'arma da fuoco. Erano le 23 passate, ha raccontato la mamma del ragazzo Mina, che al momento del raid stava dormendo. "Questa non è l'America, è Londra", ha detto accusando la polizia di aver arrestato il figlio perché nero.

"Ci saranno stati 25 agenti armati, ho detto loro che non c'erano armi in casa, solo un giocattolo di mio figlio ma loro ci hanno urlato di tenere le mani sopra la testa e di uscire uno per volta in strada. Eravamo terrorizzati", ha detto la mamma che è stata evacuata con le figlie di 16 e 23 anni mentre il più piccolo, Kai, veniva portato via. Il ragazzo è stato poi rilasciato quando i poliziotti hanno verificato che la pistola era solo un giocattolo ma Mina Agyepong ha sporto denuncia. "Ci siamo sentiti violati".

Il capo della sezione armi da fuoco della Metropolitan Police, il comandante Kyle Gordon, ha difeso gli agenti spiegando che negli ultimi mesi ci sono state diverse sparatorie e hanno agito secondo il protocollo.

(Unioneonline/F)
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