La Birmania ha chiuso le porte all'Onu, che doveva inviare nel Paese una missione con il compito di indagare sulle violazioni dei diritti umani contro la minoranza musulmana Rohingya.

La decisione è arrivata direttamente dal premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, consigliere di Stato e ministro degli Esteri del Paese.

"Non ci coordineremo con la missione dell'Onu - ha detto un suo portavoce - perché non crediamo che essa rispetti quello che sta accadendo davvero sul campo".

La missione è stata istituita direttamente dal Consiglio di sicurezza per far fronte alle accuse di violazione dei diritti umani rivolte alle forze di sicurezza birmane: lo scorso ottobre su ordine del governo, l'esercito ha lanciato un'offensiva nello stato Rakhine, dove vivono circa un milione di Rohingya.

Circa 200 persone le vittime ancora in attesa di giustizia.

(Redazione Online/D)
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