Non cessa l’allarme in Ucraina dopo i bombardamenti che hanno fatto saltare la diga di Nova Kakhovka, sul fiume Dnipro. Un gigante da 30 metri e un bacino d'acqua da 18 milioni di metri cubi che raffredda il combustibile dei noccioli dei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia e garantisce il rifornimento idrico alla Crimea.

Caduta in mani russe già nei primi giorni dell'invasione, iniziata il 24 febbraio del 2022, la diga era già stata al centro, nei mesi scorsi, delle ricriminazioni di Kiev, che accusava Mosca di aver minato la struttura e di volerla far saltare per inondare con i suoi milioni di meri cubi d'acqua il campo di battaglia, fermando la controffensiva ucraina.

Un’ipotesi che, secondo l’opinione internazionale, pare aver trovato drammatica conferma nelle ultime ore.

Le inondazioni provocate dall'esplosione della diga hanno ora danneggiato anche i vicini ponti della regione meridionale di Mykolaiv, come riferito dal capo dell'amministrazione militare della città di Snihurivka Ivan Kukhta, citato dalla Cnn. Kukhta ha reso noto che un ponte nel villaggio di Yelyzavetivka è stato distrutto e un altro nel villaggio di Halahanivka è stato «completamente sommerso dall'acqua». E ha aggiunto che le autorità stanno evacuando i residenti dalle abitazioni a Snihurivka. 

A causa dell'esplosione della diga di Kakhovka, «si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate – le parole di Zelensky – che viene trasportata dalla corrente verso il Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare. L'evacuazione delle persone dall'area allagata è in corso: quasi ottanta insediamenti sono a rischio».

E mentre prosegue lo scambio di accuse sulla responsabilità, con Mosca che nega e ribalta le accuse ucraine parlando di «atto terroristico di Kiev per fermare le nostre truppe», convocata una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Parole di condanna per l’atto anche dalla premier Giorgia Meloni, «criminale danneggiare la diga», mentre il cardinale Zuppi, inviato dal Papa a Kiev e ricevuto da Zelensky, parla di «missione utile sulla via della pace».

(Unioneonline/v.l.)

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