Un «ecocidio», il «più grande disastro tecnologico d’Europa degli ultimi decenni che mette a rischio migliaia di civili», un «crimine di guerra»: queste e altre le condanne che arrivano in queste ore da Kiev e dalla comunità internazionale dopo la pioggia di bombe che ha parzialmente distrutto la grande diga di Kakhovka, vicino a Kherson.

Ora il rischio è di importanti inondazioni, con migliaia di persone in difficoltà e con le popolazioni della regione di Kherson e della Crimea che resteranno presto prive di acqua potabile. E c’è anche l’emergenza nucleare a Zaporizhzhia, visto che la centrale rischia di perdere la sua fonte di raffreddamento.

Secondo il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak la diga di Novaya Kakhovpka sarebbe stata danneggiata da un'esplosione provocata nella sala macchine dalla 205ma Brigata motorizzata dell'esercito russo con lo scopo di creare inondazioni che blocchino l’annunciata controffensiva di Kiev.

«Un atto oltraggioso che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina», il commento del segretario generale della Nato Jan Stoltenberg. «La distruzione delle infrastrutture civili si qualifica chiaramente come un crimine di guerra, e faremo in modo che la Russia e i suoi alleati ne paghino le conseguenze», le parole del presidente del Consiglio Ue Charles Michel. «Solleverò la questione a giugno al Consiglio Ue e proporrò maggiore assistenza alle aree allagate. Il mio pensiero va a tutte le famiglie in Ucraina colpite da questa catastrofe». L'attacco alla diga ucraina dà una "nuova dimensione" alla guerra della Russia, le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Questo è qualcosa che si inserisce in molti dei crimini che abbiamo visto commessi dai soldati russi in Ucraina e fa parte di una guerra che ha attaccato obiettivi civili: città, villaggi, ospedali, scuole».

Fonti filorusse continuano però a smentire la mano di Mosca dietro il bombardamento.

Secondo il governatore filorusso della regione di Kherson, Vladimir Saldo, con il suo nuovo «crimine», cioè un attacco con razzi alla centrale idroelettrica di Novaya Kakhovka, «il regime di Kiev» intende «distrarre l'attenzione dai suo terribili fallimenti nella cosiddetta controffensiva, ma non otterrà niente». Secondo Saldo, lungo il fiume Dnepr sta scendendo «una grande quantità d'acqua, ma non critica" e "non sarà necessaria una grande evacuazione di popolazione». «La maggior parte dei residenti rimane sul posto, anche se i mezzi di trasporto sono stati inviati» per chi vuole partire, ha aggiunto Saldo.

(Unioneonline/v.l.)

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