Dazi, tagli e stretta sui diritti: negli Usa divampano le proteste anti-Trump
Nelle principali città americane migliaia di persone in piazza per contestare il presidentePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Negli Stati Uniti – non solo – divampa la protesta anti-Trump e anti-Musk, ribattezzata “Hands Off”, ovvero “giù le mani ”Giù le mani.
Nei 50 Stati Usa e a Washington sono state organizzate oltre 1200 manifestazioni, mentre varie forme di contestazione sono andate in scena anche in vari Paesi stranieri, dal Canada al Messico, dalla Germania alla Francia, dalla Gran Bretagna al Portogallo e all'Italia, con iniziative tra l'altro a Londra, Parigi, Roma.
Le proteste hanno toccato varie città americane, da New York a Boston, da San Francisco a Portland.
Ma l'epicentro è stata Washington, dove migliaia di attivisti- si sono radunati sul National Mall sotto Washington Monument, a due passi dalla Casa Bianca. Una folla variopinta di tutte le età e con slogan originali, come se dopo tanto tempo lo smarrito popolo dem avesse ritrovato forza e creatività per la "resistenza", come recita uno dei cartelli all'ombra dell'obelisco.
"Wake up and smell the coup" (Svegliatevi e sentite l'odore del golpe), "Trump golfs while Usa burns" (Trump gioca a golf mentre gli Usa bruciano), "Aren't you tariffied?" (Non sei soggetto a dazi?) sono alcuni degli slogan.
Molti ammoniscono a «tenere giù le mani» dalla democrazia, dalla sanità e da tutto quello che è finito nel mirino di Trump e del magnate suo sodale.
La rabbia negli States sta crescendo dopo i tagli indiscriminati alla spesa pubblica, la stretta su diritti e libertà, nonché i dazi che - secondo molti economisti - rischiano di aumentare il costo della vita. Mosse che questa settimana hanno fatto precipitare il consenso del presidente al 43%, la percentuale più bassa dal suo insediamento.
E anche tra i repubblicani i provvedimenti attuati dal tycoon stanno iniziando a generare preoccupazione.
(Unioneonline)