Ha chiamato la polizia dopo aver sentito delle urla provenire dalla strada - ma una volta arrivate le forze dell'ordine - è stata uccisa da un agente.

Nella notte di sabato scorso l'australiana Justine Damond, 40 anni, che da tre anni si era trasferita a Minneapolis, nello Stato del Minnesota, aveva chiamato il 911 per avvertire la polizia che sotto casa sua si stava verificando un tentato stupro.

Dopo la telefonata, è scesa in strada, in pigiama e con il cellulare in mano.

Una volta arrivata l'auto della polizia, si avvicinata al finestrino, quando un agente le ha sparato, colpendola all'addome e uccidendola.

Il poliziotto, Mohamed Noor, 31 anni, forse aveva scambiato il suo telefono per una pistola.

Sul fatto è stata aperta un'indagine, da cui è emerso che le body-cam, le telecamere che indossavano i due agenti presenti nella vettura erano spente, nonostante fossero obbligati ad accenderle prima o dopo l’uso della forza e che dovrebbero servire a limitare gli abusi delle forze dell'ordine.

(Redazione Online/F)
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